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L'albero della musica
L’ ALBERO DELLA MUSICA Che la “natura “ fosse un’orchestra lo sanno bene poeti e scrittori, forse un po’ meno la maggior parte della gente, ma che esistesse un albero della musica è qualcosa che sfugge all’immaginazione di chiunque, poeti e scrittori compresi. C’è però un “artista alchimista “, a cui detta notizia non giunge nuova, anzi si compiace che il suo pensiero possa essere finalmente preso sul serio. E’ il “LIUTAIO” , produttore ed inventore di quelle “scatole sonore” che allietano il cuore e la mente di chi ascolta quel legno vibrare, produrre suoni dolci o stridenti, ma che catturano tutte le genti. L’albero in questione, che nella sua fredda denominazione scientifica è “Picea abies”, non direbbe gran che se non fosse per un dettaglio, questo albero è noto a tutti sotto altre spoglie, quelle del cosiddetto “Albero di Natale”. Ma dove cresce quest’albero ? Come fa a suonare ? Perché solamente “Lui” può suonare? Cercherò di rispondere sinteticamente a queste domande, che nascono nella mente di chi si imbatte in questo articolo e vuole arricchire di un nuovo sapere le proprie conoscenze, se non altro per poter avere uno stimolo in più al rispetto di quella natura che, oggi, distruggiamo in nome di un “finto benessere” ricco di illusioni, ma povero di realtà. Prima di rispondere alle domande in questione, è però doveroso spendere qualche parola su quell’artista che è il “LIUTAIO”. Oggi si fa un’enorme confusione riguardo questa figura che in passato ha dato lustro all’Italia intera, infatti, da molti paesi dell’Europa a partire dal 1400 emigrarono in Italia per apprendere l’arte della Liuteria moltissime persone, di queste, molte sono passate alla storia e gli strumenti prodotti, sono conservati in musei di tutto il mondo. Il Liutaio, il Cordaro e il Musicista, sono tre figure la cui stretta collaborazione produce quella forma d’arte che và sotto il nome di “Musica” . Parliamo di Musica prodotta con “cordofoni”, cioè con strumenti musicali a corde vibranti, capaci cioè di produrre il movimento del “legno” a cui sono collegate, mettere in moto l’aria che raggiungerà il nostro orecchio con quella piacevole sensazione che è il suono. Ebbene, il Liutaio è quindi un “artista – artigiano” che con le sue conoscenze (indispensabili) di: Acustica-Statica-Botanica-Geometria-Matematica-Chimica, ma soprattutto dotato di amore per la Musica, sensibile al passato ma aperto al futuro, inventore e sperimentatore, riesce a ideare con le osservazioni del Cordaro e del Musicista, quel prodotto del suo pensiero che è lo strumento musicale. Certo, la parte dell’artigiano del legno e dell’ebanista sono indispensabili per tradurre in forme tangibili il suo pensiero sullo strumento sognato, ma confondere un falegname od un ebanista, o peggio ancora un ottimo modellista per Liutaio è un’eresia ! Eppure, oggi, in una società in cui la scuola è alla portata di tutti (e non di pochi), in cui in edicola la cultura si acquista a fascicoli, l’Arte, quella con la A maiuscola, è sconosciuta ai più, e la confusione regna sovrana, rendendo possibile fregiarsi da parte di chiunque, di titoli e competenze mai posseduti. Chiarito quindi chi è questo Liutaio, che nel sentir parlare di “Albero della Musica” già pensava ai boschi verdeggianti della Val di Fiemme nel Trentino, mi accingo a rispondere alle domande che poc’anzi sono sorte. Quest’albero cresce nella Val di Fiemme in Trentino. Naturalmente esso può crescere ovunque, anche nei nostri giardini, ma, la specie che cresce In Val di Fiemme, per le particolari condizioni climatiche del luogo, cresce lentamente ed in maniera uniforme, cioè gli anelli di accrescimento (quelli che si vedono quando tagliamo un tronco di albero) sono molto regolari. Questa caratteristica (a dir poco unica), costituisce un elemento fondamentale per l’impiego dell’”abete rosso” in Liuteria. Come fa a suonare questo legno? Le sottili “tavole in abete rosso” (pochi millimetri di spessore) ricavate appunto dal tronco tagliato in maniera particolare (come gli spicchi triangolari di alcune confezioni di formaggini) sono leggerissime e nello stesso tempo resistentissime, per cui, se collegate ad un sistema di corde vibranti, esse vibrano a loro volta, trasmettendo all’aria circostante queste vibrazioni. L’aria, così messa in movimento, raggiunge l’orecchio sotto forma di sensazione sonora, cioè di quella sensazione che è il suono sotto forma di note musicali, cioè di musica. E’ una storia millenaria, molte leggende sono sorte sul mistero del perché solo l’abete rosso possa essere scelto per produrre le “tavole armoniche”. Oggi sappiamo spiegarlo in maniera scientifica, l’ ”abete rosso” è l’unico legno in cui il rapporto tra la velocità di propagazione dell’onda meccanica ed il peso specifico del legno, è il più elevato fra tutti i legni conosciuti. Resta poi da aggiungere che la conformazione delle fibre legnose e della pasta legnosa che le divide è tale da consentire uno sviluppo di frequenze particolarmente gradevoli all’orecchio, questa particolarità è nota come “timbro” ed è caratteristica dell’abete rosso, unico, irriproducibile con qualunque strumento elettronico di altissima tecnologia. E gli altri legni utilizzati nella produzione delle altre parti dello strumento? Beh ! senza nulla togliere all’orecchio, anche l’occhio vuole la sua parte, ed ecco il miracolo! E’ nata una vera opera d’Arte, dotata di anima, ma soprattutto di un cuore, che pulsa e vibra, trasmettendoci gradevoli sensazioni. E’ come un sogno, è un ritorno al passato, alla semplicità di essere fanciulli, di venire cullati al calore delle note, che, vibrando nell’aria permeano nella mente, ma soprattutto nel cuore, è una magìa, quella del legno che suona. Rocco Amendola